LUMSA News, giornale cattolico o Partito di estrema sinistra?

Roma – Pochissimi giorni fa abbiamo criticato la LUMSA – in particolare il suo master in giornalismo ed il giornale ad esso annesso “LUMSA News” – ed oggi scopriamo nuovi particolari.
Sembra un grande vaso di Pandora, LUMSA News, da cui piano piano stanno fuoriuscendo diversi retroscena.

C’erano una volta i giornalisti cattolici; però alla LUMSA, ormai, sembra non essere più una prerogativa fondamentale.
Dopo il pubblicista LGBT, oggi all’interno della redazione LUMSA News, più precisamente al GR, troviamo anche la praticante femminista pro-aborto. Per capirci, la ragazza degli slogan ormai ampiamente abusati come “Love will always win” (L’amore vincerà sempre), da sbandierare sul proprio profilo social, correlati delle consuete bandiere arcobaleno e dagli immancabili articoli stile “il corpo e mio e me lo gestisco io” da condividere sul proprio account.

“La stretta nei diritti democratici passa sempre da queste limitazioni: quello del diritto alla libera espressione e quello di poter legittimamente scegliere del proprio corpo. Le donne e la libertà camminano sempre di pari passo, e dove si misura la salute della democrazia di un Paese è proprio su questi temi“.

Scrive su Facebook, criticando aspramente la legge anti-aborto emanata recentemente dal governo polacco.

Per diritto alla privacy e anche perché al fine di cronaca non ci interessa più di tanto, teniamo anonimo il nome della praticante e ci limitiamo, ancora una volta, a criticare la LUMSA. Sono già due gli aspiranti giornalisti professionisti, neanche troppo velatamente ma anzi apertamente, contrari alla dottrina cattolica. L’uno avverso alla famiglia tradizionale e l’altra al diritto alla nascita. Entrambi stanno frequentando questo prestigioso master. E’ leggittimo chiedere spiegazioni, da cattolici, dato che a capo del consiglio di amministrazione di questa università cattolica c’è il card. Attilio Nicora.

Ormai tra LUMSANews e la sede qualsiasi di un partito di estrema sinistra – tipo i radicali degli anni ’80 – comincia a non esserci più nessuna differenza. Sarà forse l’influenza del direttore di testata Carlo Chianura, ex di “Repubblica“, ad aver “inquinato” quello che un tempo era il “master che formava giornalisti cattolici per testate cattoliche” e che oggi offre le proprie pagine a chi di cattolico, probabilmente, non ha nemmeno la cresima.